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Leonardo Seghetti incontra l’Azienda Agricola La Golosa

Maurizio Curi è stato studente convittore negli anni novanta presso l’istituto tecnico agrario “Celso Ulpiani” di Ascoli Piceno ed ho avuto il piacere di essere stato uno dei suoi insegnanti. Le discipline di mia pertinenza sono state la chimica e la trasformazione dei prodotti agrari; in questa disciplina Maurizio ha mostrato un vivo interesse che ha successivamente applicato nella sua azienda, “La Golosa”.
Coltiva i classici fruttiferi della Val d’Aso, in parte li trasforma in confetture, sciroppate e macinati, oltre a commercializzare i prodotti freschi, applicando tutto quanto appreso tra i banchi di scuola e continui aggiornamenti; Maurizio inoltre dimostra una grande curiosità verso la ricerca di prodotti tipici del territorio Piceno in parte ormai spariti o poco conosciuti.
Iniziamo con l’arancio biondo del Piceno. Originario della Cina e del sud-est asiatico, le prima notizie certe di questo frutto invernale sul litorale Piceno risalgono al 1300. L’arancio potrebbe essere giunto in Europa per la via della seta, o perché importato da marinai portoghesi, ma la coltivazione prese piede solo nella calda Sicilia, dove la sua diffusione si arenò. Furono poi portati sulla costa marchigiana da marinai siciliani. A Roma, nel chiostro del convento di Santa Sabina all’Aventino è presente una pianta di arancio dolce che sarebbe stata portata e piantata da San Domenico nel 1220 circa. Oggi risulta che l’Italia è il terzo Paese del Mediterraneo per produzione di agrumi e il dodicesimo a livello mondiale. Nonostante le superfici coltivate calino, si registra una crescita della produzione, trainata soprattutto da Sicilia e Calabria. Aumentano invece le superfici coltivate a regime biologico. In crescita anche l’export, mentre si contraggono le importazioni. Nel Piceno, in prossimità del 43 esimo parallelo (sette comuni) si trova una delle più antiche coltivazioni di arancio biondo, allevato da sempre con tanta passione addirittura nei giardini di ville padronali, dimore religiose (veri e propri giardini di arance). Le piante sempre protette dal freddo rappresentano dei veri e propri monumenti, tanto che facilmente si trovano piante che hanno superato i cento anni di coltivazione,
Maurizio si approvvigiona di arancio biondo di Grottammare dalla azienda del Prof. Giovanni Massicci. Dopo le prime produzioni di marmellate con la buccia da questo anno ha prodotto anche la spremuta di arancio biondo, che appare di un gusto unico, molto personale.
Nel territorio si produce anche il limone pane, caratterizzato da una spessa buccia che Maurizio per il momento ha trasformato in una meravigliosa marmellata dal profumo intenso e gusto pieno.
La mela rosa dei Monti Sibillini ha rappresentato e rappresenta il fiore all’occhiello della azienda la Golosa, sia come frutto fresco ma anche come confettura e macinato. La storia della mela rosa è antichissima e si fa risalire a qualche millennio addietro, le prime notizie risalgono al 65 a.C. quando Quinto Orazio Flacco le ricorda come le saporite mele del Piceno e nel ‘500 il Mattioli le annovera tra le migliori….oggi la coltivazione della mela rosa ha ripreso nuovo vigore perché può rappresentare il capitale sociale di un territorio. Maurizio produce una ottima confettura ed un macinato di mela rosa caratterizzato da una nota aromatica intensa e tipica.
Maurizio è inarrestabile e da poco ha iniziato anche una coltivazione e trasformazione dei frutti di bosco e frutti minori spesso dimenticati; tutto ciò perché attento anche agli aspetti salutistici che detti frutti esprimono per la grande ricchezza di flavonoidi e sostanze bioattive oltre al recupero di frutti che con il tempo hanno perso il loro lavoro. Attendiamo sempre con gioia le nuove creazioni che Maurizio propone e proporrà ai suoi affezionati estimatori.

Con l’augurio di sempre nuovi successi,
Leonardo Seghetti

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